Voto dei fuorisede: cosa cambia?

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07/07/23

Il 4 luglio è stata approvata la legge delega per assegnare al governo il compito di approvare i decreti legislativi che consentiranno il voto ai fuorisede, con un anno e mezzo di tempo e rifiutando ogni emendamento o proposta di legge delle opposizioni a riguardo. 

Tale decisione, sebbene ci dia la speranza che finalmente venga fatto qualche passo avanti, porta con sé diversi problemi. 

Tra questi, vi è il fatto che sarà il governo a disciplinare l’esercizio del diritto di voto in un Comune diverso da quello di residenza, per motivi di studio, lavoro o cura. Sarà appannaggio del governo decidere le modalità con cui consentire le votazioni fuorisede e approvare i decreti legislativi necessari a mettere in opera la normativa. 

Il Parlamento è stato così escluso da qualunque prossima discussione a riguardo, impedendo quindi la presentazione di nuovi emendamenti sul tema.

La legge, inoltre, presenta dei limiti, primo tra tutti la scelta di far valere la nuova norma solamente per le elezioni europee e per i referendum, escludendo le elezioni politiche, nonostante l’astensionismo sempre più elevato sottolinei una necessità reale di concedere il voto fuorisede anche per questi appuntamenti.

Anche l’anno e mezzo di tempo concesso fa sorgere qualche dubbio: i fuorisede, dovendo aspettare almeno diciotto mesi per uno sblocco nella normativa, non beneficeranno della nuova disciplina per prossime elezioni europee, previste tra il 6 e il 9 giugno del 2024.

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