8 marzo: disuguaglianze e divario retributivo

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08/03/24

Oggi, 8 marzo, ricorre la Giornata internazionale della donna, celebrata negli Stati Uniti a partire dal 1909, in alcuni paesi europei dal 1911 e in Italia dal 1922.

L’origine della ricorrenza si perde tra storia e leggenda: la narrazione più ricorrente è quella che fa risalire la ricorrenza dell’8 marzo alla commemorazione delle oltre cento operaie – e operai - morte il 25 marzo del 1911 nel rogo dell’edificio newyorchese della Triangle Waist Company, in cui lavoravano in condizioni disumane. Altre versioni sulla scelta della data la collegano ora a uno sciopero di lavoratrici tessili, brutalmente represso a New York l’8 marzo del 1857, ora alla rivolta pacifista delle operaie di Pietrogrado, l’8 marzo 1917.

Negli anni, la tradizione di celebrare questa Giornata non si è persa e può essere l’occasione da un lato per celebrare le donne e dall’altro per ricordare la necessità di garantire alle donne i medesimi diritti, condizioni e opportunità degli uomini.

Tuttora si rivela necessario intervenire per appianare le rilevanti disuguaglianze tra i due sessi. 

Un campo in cui c’è ancora molto da fare è quello retributivo: il divario retributivo di genere, o gender pay gap, cioè la differenza media tra i salari orari percepiti da uomini e donne espressa in termini percentuali, affligge l’Italia e il resto del mondo. 

Si stima che, a livello europeo, si attesti su una media del 12,7% e intorno al 5% in Italia.

Ma quali sono le reali conseguenze di tale divario?

1.     una violazione del principio di eguaglianza: l'eguaglianza nel trattamento economico è, infatti, espressione di un diritto fondamentale della persona;

2.     un freno per l'economia perché un minore salario per le lavoratrici equivale a ridurre la loro capacità di spesa;

3.     una minore natalità;

4.     una riduzione della previdenza delle lavoratrici perché il gender pay gap si trasforma in gender pension gap.

Per combattere questo pericoloso divario, Europa e Italia hanno schierato importanti strumenti di contrasto, tra cui:

  • la nota Direttiva Trasparenza, la Dir. UE 2019/1152, che sancisce il diritto della lavoratrice e del lavoratore ad essere informati delle condizioni contrattuali applicabili al proprio rapporto di lavoro;
  • la Direttiva sulla Trasparenza salariale, la Dir. UE 2023/970.

Non bisogna dimenticare lo strumento della certificazione sulla parità di genere, che stimola le aziende interessate ad ottenerla ad eliminare ogni traccia di divario retributivo.

Molto è stato fatto, ma molto ancora rimane da fare e se l’istituzione di una giornata internazionale può essere utile a tale fine, siamo contenti di celebrarla. 

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