Di chi è il corpo delle donne? La sentenza della Corte Suprema americana in tema di aborto

1K
27/06/22
Articolo

La Corte Suprema americana il 24 giugno ha revocato la validità della sentenza Roe vs Wade del 1973 che aveva legalizzato l'aborto.

La decisione è stata presa con una maggioranza di 6 contro 3 nel caso Dobbs vs Jackson Women’s Health Organization: i giudici in relazione al caso di specie hanno confermato la legge del Mississippi che proibisce l’interruzione di gravidanza dopo 15 settimane. 

“The Constitution does not confer a right to abortion” viene detto nella sentenza e la scelta sulla legittimità dell’aborto passa ai singoli stati. 

Gli Stati Uniti d’America con questa sentenza rientrano tra gli Stati che negli ultimi vent’anni hanno limitato e ridimensionato il diritto all’aborto anziché ampliarlo; hanno fatto altrettanto Polonia, El Salvador e Nicaragua. 

Parlando di numeri, pare che siano circa 26 gli stati americani in cui il diritto potrebbe subire delle restrizioni o addirittura non essere più garantito; tra i primi ci sarebbero Missouri, Oklahoma, Arkansas e South Dakota. 

La decisione porterà drammatiche conseguenze nelle vite di centinaia di migliaia di donne americane, non più libere di decidere del proprio corpo, ma costrette a scegliere tra ricorrere all’aborto clandestino – in quello che nel 2017 era stato definito dalla World Health Organization come il paese più sicuro in cui abortire – oppure portare avanti una gravidanza indesiderata. 

Vari esperti ritengono che il verdetto della Corte avrà devastanti conseguenze anche in campo economico: secondo il rapporto Turnaway sull'argomento, le donne che devono portare avanti una gravidanza non desiderata hanno quattro volte più probabilità di trovarsi in povertà. Allevare un figlio sino alla maggiore età, rivela uno studio del dipartimento dell'Agricoltura americano, costa una media di 230 mila dollari a famiglia.

Secondo voi quali altri effetti avrà la sentenza?

 

Qui sotto in allegato trovi il testo originale della sentenza. 

0 Commenti

Avatar - Avvocati.it
Visualizza altri commenti
Contenuti correlati